Fotografia contemporanea e ricerca di sé

La fotografia contemporanea può esprimere una pluralità di visioni e interpretazioni del mondo.

Testo critico a firma di Chiara Del Sordo e Daniela Domestici.

 

Le fotografie sono espressione dell’infinita possibilità di sguardi sulla realtà, uno spazio delimitato in cui convergono la visione del fotografo e quella individuale dei molteplici fruitori.

Nello spazio dell’immagine si creano e si giocano nuove relazioni fra i tre attori dello scatto fotografico: il soggetto fotografato, l’osservatore e il fotografo stesso. Il racconto che nasce dall’immagine è il prodotto di queste tre variabili e ognuna di loro ha il potere di modificare la narrazione.

È importante avere la consapevolezza che mentre osserviamo una fotografia, essa ci mostra uno sguardo esterno e contemporaneamente ci interroga sul nostro.

La nostra visione è allineata con quella suggerita dal fotografo? Oppure ci sentiamo scomodi dentro un’immagine che non ci rappresenta?

fotografia contemporanea

Ogni immagine fotografica ci parla intimamente: accenna a mondi diversi, ci fa intravvedere punti di vista differenti, attiva in noi emozioni e proiezioni.

La fotografia contemporanea, in particolare, può esprimere una pluralità di visioni e interpretazioni del mondo. Lo fa liberandosi dagli schemi e dai canoni della fotografia classica e travalicando i propri confini nella connessione con altre forme d’arte.

La fotografia contemporanea sperimentale rappresenta così uno strumento di indagine personale, che sempre di più nel corso degli ultimi vent’anni ha portato l’immagine fotografica sul piano della tridimensionalità e di un nuovo materialismo.

Le modalità in cui ciò è avvenuto sono molteplici: attraverso l’approccio post-fotografico dell’appropriation art, l’utilizzo dell’atto performativo e di trasformazione e il dialogo con altri linguaggi dell’arte classica e digitale.

L’ampliamento delle possibilità di sperimentazione fotografica consente una maggiore libertà all’artista e proprio in questo nuovo contesto si realizza una rinnovata capacità espressiva generatrice di nuove realtà.

Ffotografia contemporanea

La sperimentazione di nuove modalità spesso conduce a forme di astrazione più o meno spinte.

Il concettualismo della fotografia contemporanea, così lontano dalle classificazioni dei generi fotografici tradizionali, spesso ci colloca in una situazione di spaesamento in cui ci sentiamo incapaci di capire un’opera fotografica. Tuttavia, è proprio in questo apparente ermetismo dell’opera fotografica contemporanea che si rivela la sua grande forza: la libertà con la quale è stata creata legittima la nostra libertà di leggerla come desideriamo, in modo del tutto unico.

Il concettualismo diventa così uno strumento che vuole pungolarci e stimolare in noi una personale riflessione.

L’invito è quindi quello di rivolgersi senza timore a immagini che privilegiano l’esplorazione e l’interpretazione, fotografie perturbanti, magari anche fastidiose, che fanno sorgere domande e dubbi.

Esse ci sottraggono alla comodità di ciò che conosciamo e riconosciamo, sono specchio di alterità e diversità e ci fanno soffermare in uno spazio nuovo di sperimentazione di noi stessi in piena libertà, senza pretesa di essere resoconti di una realtà prestabilita.

Così come altre forme d’arte, anche la fotografia si trasforma e sperimenta nuove strade per riflettere sulla complessità della realtà, mettendo in discussione i valori predefiniti. Allo stesso tempo diventa un’opportunità per esprimere e interpretare le profonde evoluzioni socio-culturali del nostro tempo.

La sperimentazione di nuove modalità spesso conduce a forme di astrazione più o meno spinte.

La fotografia è comunicazione sia per valore intrinseco, sia in quanto forma d’arte. La comunicazione è una forma di relazione e di interazione sociale attraverso la quale si condividono significati. La forza comunicativa di un’immagine fotografica, pertanto, non risiede tanto nella gradevolezza estetica quanto piuttosto nella sua capacità trasformativa. Quest’ultima entra in modo importante nella fotografia contemporanea di ricerca, nella quale l’autore interviene in modo sperimentale sulla realtà, modificandola ai fini dello scatto fotografico. Egli interviene su di essa per suggerire visioni e interrogativi diversi.

Tuttavia, anche nell’ambito della fotografia contemporanea accade che venga condivisa e reiterata un’estetica dominante, spesso neutra, piatta, ravvicinata, decontestualizzata.

È importante non ricadere nello schema classico di ricerca del bello, ma coltivare gli elementi di rottura con il passato mantenendo l’accento sulla sperimentazione, la dinamicità, la vitalità e la capacità critica.

Nell’ambito fotografico, a differenza di altri linguaggi dell’arte, si verifica un apparente corto circuito. La fotografia si fonda sull’avere un referente nella realtà, il “ciò che è stato” davanti all’obiettivo, come lo ha definito Roland Barthes. In quanto attestazione di qualcosa che è realmente davanti all’obiettivo in quel momento, diventa quindi difficilmente immaginabile come strumento che possa alterare la realtà.

Eppure, la fotografia che da sempre ha pretesa di realtà, anche senza averne coscienza, ne rappresenta soltanto una visione simbolica in cui l’osservatore assume un ruolo centrale.

Guideline, Jessica Raimondi

La fotografia si assume la responsabilità di rappresentare.

La fotografia contemporanea sperimentale mette in discussione l’esperienza stessa del vedere e invita a riflettere sull’atto del guardare, ponendosi dunque come un contenitore di stimoli che ci portano a interrogarci su noi stessi prima che sul mondo esterno.

Per questa ragione le fotografie possono essere viste come impronte, mappe visuali della nostra mente, estensioni tangibili del sé. Attraverso le fotografie attiviamo un processo relazionale e creativo innanzitutto con noi stessi, nel momento in cui mettiamo in discussione l’origine della visione che parte dentro di noi.

Tale riflessione si applica alle immagini fotografiche che produciamo, ma vale anche per quelle di cui semplicemente fruiamo.

Ci troviamo oggi in un’epoca post-fotografica in cui l’autorialità e l’originalità sono messe in gioco e l’artista-fotografo diventa anche responsabile del tentativo di limitare la produzione di immagini. Le immagini sono prodotte in enormi quantità anche senza un diretto intervento umano, per esempio da videocamere di sorveglianza, webcam o da algoritmi.

Per queste ragioni il processo creativo diventa centrale e l’esperienza della fruizione deve necessariamente essere sempre più condivisa e interattiva.

Ancor più che in passato, nell’osservare un’immagine fotografica dobbiamo oggi allenare il nostro sguardo, potenziarlo e renderlo consapevole dell’esperienza.

La fotografia non esiste senza di noi” scrisse Efrem Raimondi, noto ritrattista. Ciò vale non solo in quanto fotografi-produttori consapevoli. La consapevolezza risiede anche e soprattutto nella fruizione fotografica e rappresenta un passo fondamentale per attivare narrazioni personali e per stimolare un’analisi critica e un dibattito aperto sull’evoluzione di questo medium.

 

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